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21 janeiro 2007

Maior dificuldade para parar de fumar

Uno studio di Harvard conferma l’aumento della quantità di nicotina presente nelle sigarette negli ultimi anni

BOSTON -
Smettere di fumare è sempre più difficile. E non solo a causa della scarsa forza di volontà dei fumatori. Il problema è che i livelli di nicotina presenti nelle sigarette sono aumentati, e non per caso. Lo scrive uno studio pubblicato oggi dalla Harvard School of Public Health , che riapre le polemiche mai del tutto sopite tra enti regolatori americani e multinazionali del tabacco. Secondo i ricercatori di Boston – che hanno ripreso in mano i dati di una precedente analisi condotta dallo stato del Massachusetts, ampliandone portata e profondità – tra il 1997 e il 2005 la quantità di nicotina inalata attraverso le sigarette vendute in America è aumentata dell’11 per cento. E questo vale per tutti i tipi, compresi ultralight e mentolo.
UN AUMENTO NON CASUALE - Alla base dell’incremento di questa sostanza chiave delle sigarette – croce e delizia di ogni fumatore, poiché responsabile sia della sensazione di piacere procurata dal fumo sia della dipendenza indotta dallo stesso – sarebbe il tipo di tabacco utilizzato, forse una particolare parte della pianta, una specifica varietà o un tipo di trattamento. Di una cosa però lo studio sembra certo: l’iniezione extra di nicotina non è casuale. «Si è trattato di un aumento pervasivo, sistematico, che riguarda tutti i produttori e che è stato fatto di proposito», ha commentato Howard Koh, uno degli autori dello studio, al Boston Globe. Ce n’è abbastanza per far saltare quella specie di tregua siglata nel 1998 tra industria del tabacco e autorità americane, in base alla quale le multinazionali del fumo si sarebbero dovute impegnare per ridurre il popolare vizio tra i più giovani.
PIU’ TIRI PER SIGARETTA - Lo studio ha anche dimostrato un aumento del numero di tiri per sigaretta, dovuto a cambiamenti nella progettazione della stessa. Insomma, difficile non tracciare la seguente equazione: più tiri, più inalazioni, più nicotina per numero di tiri, più dipendenza. E dunque più difficoltà a smettere, dal momento che l’astinenza da questa sostanza provoca sintomi quali insonnia, irritabilità, irrequietezza, deficit di concentrazione e via dicendo. Gli attivisti anti-fumo si sono subito appellati al governo federale affinché regolamenti e controlli il tabacco così come fa con i medicinali. La Philip Morris – la prima a rispondere tra le multinazionali chiamate in causa, nonché il maggior produttore americano di tabacco - ha contestato i risultati dello studio di Harvard, affermando che il livello di nicotina dei suoi prodotti di marca Marlboro ha semplicemente fluttuato negli ultimi anni. Ma per i ricercatori non c’è dubbio: il livello di nicotina è salito. E i tabagisti sono avvisati.
Carola Frediani
DE:

http://www.corriere.it/Rubriche/Salute/Medicina/2007/01_Gennaio/18/sigarette.shtml

Um comentário:

THE WOMAN disse...

Uns trabalham para que o consumo seja extinto outros para que o consumo aumente...